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Perché noi italiani gesticoliamo?

Perchè gli italiani gesticolano?

Il gesticolare è una delle caratteristiche che distingue gli italiani dal resto del mondo. Il modo in cui esprimiamo emozioni, confusione o rabbia – non potremmo parlare senza muovere le mani o mimare il corpo – è come se non potessimo farne a meno. Tutto ciò che proviamo è sulla nostra faccia.

Ma perché? Esiste una spiegazione logica e scientifica a questo fenomeno così marcato che contraddistingue la nostra cultura all’estero? O semplicemente attribuiamo la spiegazione al nostro amore per il mondo del teatro?

Ebbene, una delle prime teorie che cerca di rispondere a questa domanda fa riferimento alle precedenti occupazioni territoriali. Si pensa che nei secoli in cui la penisola è stata occupata da potenze straniere come l’Austria, la Francia e la Spagna, gli italiani abbiano probabilmente sentito il bisogno di sviluppare una forma alternativa di comunicazione tra di loro. Poiché queste occupazioni non sono durate a lungo e la lingua era ormai contaminata, è stato necessario trovare nuovi modi di comunicare, e l’espressione fisica era certamente il modo più diretto.

Un’altra teoria sul perché gesticoliamo riguarda il periodo in cui gli antichi greci colonizzarono l’Italia meridionale. Isabella Poggi, docente di psicologia all’Università Roma Tre, spiega;

“Nelle città affollate del Sud, era come se ci fosse una sorta di gara per attirare l’attenzione, utilizzando tutto il corpo.”

Dichiarazione di Poggi al New York Times

L’attenzione si sposta quindi dalla comunicazione alternativa, all’attirare l’attenzione. Infatti, secondo questo articolo del New York Times, ci sono almeno 250 gesti con un significato ben preciso che gli italiani usano ogni giorno nelle loro conversazioni.

E come lo spieghiamo questo?

I gesti raggiungono il cervello

Parliamo con gesti e parole. Non si tratta di semplice folclore.

Molti scienziati hanno studiato questo argomento nel corso degli anni, affascinati da un’antica usanza diffusa in tutta la penisola. I ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma hanno scoperto che la rappresentazione di un gesto, nella corteccia motoria del ricevente, dura 100 millisecondi durante il processo di comunicazione e in questo modo il cervello comprende meglio il significato. Tra il gesto e la voce ci sarebbe un intervallo di 150 millisecondi. Il gesto arriva immediatamente e rafforza il contenuto vocale. Questo è molto importante nella riabilitazione dell’afasia.

La nostra abitudine di gesticolare è talmente interiorizzata da poter essere considerata un linguaggio non verbale, che tuttavia trasmette un significato chiaramente decifrabile.

Un gesto, più significati

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